O – P – Q

OCCHIEPPO INFERIORE

IL PETTIROSSO E LA CAPINERA

Si narra che tanto tempo fa c’erano rivalità tra le due frazioni di Occhieppo, quella Inferiore considerata una frazione di gente povera e quella Superiore, dove le persone erano più ambienti e benestanti. Quest’ultimi, durante la messa del 6 gennaio, liberarono nella chiesa un Pettirosso, cibo prelibato a quei tempi, e incitarono i compaesani a catturarlo in modo tale da permettersi finalmente un pranzo decente. Nacque così il circolo del Pettirosso che ogni anno il 6 gennaio festeggia con una grande manifestazione l’apertura del Carnevale Biellese. Il Circolo ha una tradizione di 60 anni e i suoi personaggi Pettirosso e Capinera presenziano tutt’ora in manifestazioni cittadine e paesane.

It is said that a long time ago there were rivalries between the two hamlets of Occhieppo, the Lower one considered a hamlet of poor people and the Upper one, where the people were more social and wealthy. The latter, during the mass on January 6, released a Robin into the church, a delicious food in those days, and encouraged their fellow villagers to capture it in order to finally afford a decent lunch. Thus was born the Pettirosso club which every year on January 6 celebrates the opening of the Biella Carnival with a large event. The club has a 60-year tradition and its characters Pettirosso and Capinera still take part in city and village events.

Contatti:
Rinaldo D’Addetta e Gladis Castro
Cell. 346 399 0635

ORBASSANO

GRUPPO STORICO “DAME E CAVALIERI”

Il Gruppo Storico “Dame e Cavalieri” di Orbassano rappresenta l’aristocrazia e la nobiltà Piemontese dal 1300 al 1800.
I Signori di Rivalta, i Conti Orsini, la più grande famiglia nobile del luogo abitò nel castello di Orbassano per molti anni. Gli Orsini di Orbassano si estinsero nel 1789.
Varie vicende belliche sono accadute durante il dominio di questa casata, tra le più famose si annoverano le Guerre della Lega di Augusta e la Battaglia di Orbassano, nelle quali molte persone persero la vita per difendere il proprio territorio e il castello che in seguito fu distrutto.
I loro splendidi abiti, impreziositi da pizzi, merletti e piume, riprendono i fasti delle casate nobiliari di Torino e dintorni.
L’associazione culturale no profit “Impronte” ha come presidente la Sig.ra Lia Restifo che insieme al suo folto gruppo è riuscita a realizzare gli splendidi abiti con cui hanno sfilato in molte città d’Italia, tra cui: Venezia, Torino, Parma, Novara e Loano.
Inoltre, Il loro sodalizio presenta spettacoli culturali ed artistici, promuovendo l’intero mondo teatrale.
Il Conte Orsini è interpretato da Renzo Sandri e la Contessa da Lia Restifo.

The Historical Group “Ladies and Knights” of Orbassano represents the Piedmontese aristocracy and nobility from 1300 to 1800.
The Lords of Rivalta, the Orsini Counts, the largest noble family in the area, lived in the castle of Orbassano for many years. The Orsini of Orbassano became extinct in 1789.
Various war events occurred during the rule of this house, among the most famous are the Wars of the League of Augusta and the Battle of Orbassano, in which many people lost their lives defending their territory and the castle which was later destroyed .
Their splendid dresses, embellished with lace, lace and feathers, recall the splendor of the noble families of Turin and its surroundings.
The non-profit cultural association “Impronte” has as president Mrs. Lia Restifo who together with her large group managed to create the splendid dresses with which they paraded in many Italian cities, including: Venice, Turin, Parma , Novara and Loano.
Furthermore, their association presents cultural and artistic shows, promoting the entire theatrical world.
Count Orsini is played by Renzo Sandri and the Countess by Lia Restifo.

ORTOVERO

ROSASPINA E PIGA TINO

I Cartapestai Disperati con la collaborazione della Proloco di Ortovero presentano le due maschere simbolo della città: Rosaspina e Piga Tino. Rosaspina è la regina di Ortovero, fiore bello e selvaggio impossibile da stringere in un mazzo. Il Piga Tino invece è il conte di Ortovero e nasce dai vitigni del pigato che nel tempo cambia e diventa unico perchè alcune macchioline nere puntinano tutti gli acini. Da qui il termine “pigau” (toccato). Piga Tino e Rosaspina s’incontrano lei bellissima e divina, luminosa e splendente; lui allegro e sorridente e sempre qui ad Ortovero diventano luce e gioia alla vita del paese.

The Desperate Cartapestai with the collaboration of the Proloco of Ortovero present the two symbolic masks of the city: Rosaspina and Piga Tino. Rosaspina is the queen of Ortovero, a beautiful and wild flower impossible to squeeze into a bouquet. The Piga Tino, on the other hand, is the count of Ortovero and comes from the pigato vines which over time changes and becomes unique because some black specks dot all the grapes. Hence the term “pigau” (touched). Piga Tino and Rosaspina meet, she is beautiful and divine, luminous and shining; he is cheerful and smiling and always here in Ortovero they become light and joy to the life of the town.

PAVAROLO

GRUPPO STORICO CONTI BALBO

I Signori Giuseppe Andorno e Anna Maria Boi interpretano i Conti Balbo di Pavarolo.
La storia di Pavarolo, come quella di numerosi piccoli centri vicini, coincise per moltissimi secoli con quella di Chieri, da cui il paese dipendeva.
Le fonti storiche, infatti, non parlano quasi mai di Pavarolo come comunità separata dal suo territorio.
Imponente, massiccio, austero, il castello che domina l’abitato è il vero simbolo del paese.
Fu probabilmente attorno all’antenata di questa costruzione che si raggrupparono le prime case, che si raccolsero i primi abitanti, che si formò l’insediamento che oggi è chiamato Pavarolo.
Nel corso di quasi dieci secoli di vita il volto del castello subì pesanti rimaneggiamenti.
La dinastia dei Conti Balbo, che dimorò nel castello di Pavarolo, risale al 1264 in seguito alla cessione da parte del comune di Chieri, eseguita dal vescovo di Torino Goffredo di Montanaro al “Segnorino Balbo”.
Dopo vari avvicendamenti, verso la fine del 1800, la proprietà del castello passò alla Nobildonna Malvina Garneri, che lo abitò fino al 1920.
Lo stemma del Comune riporta la frase “Amicitia et concordia sempiterne regnant”, ovvero “L’amicizia e la concordia regnano in eterno” scaturita dalla nobile e saggia presenza dei Conti.
Nello stemma risaltano inoltre la Torre Campanaria, altro simbolo del paese, ed un leone che ricorda la terra e la laboriosa gente della cittadina.

Messrs. Giuseppe Andorno and Anna Maria Boi interpret Pavarolo’s Counts Balbo.
The history of Pavarolo, like that of numerous small nearby towns, coincided for many centuries with that of Chieri, on which the town depended.
Historical sources, in fact, almost never speak of Pavarolo as a community separated from its territory.
Imposing, massive, austere, the castle that dominates the town is the true symbol of the town.
It was probably around the ancestor of this building that the first houses were grouped, that the first inhabitants gathered, that the settlement that today is called Pavarolo was formed.
Over the course of almost ten centuries of life, the face of the castle underwent heavy alterations.
The dynasty of the Counts Balbo, who lived in the castle of Pavarolo, dates back to 1264 following the transfer by the municipality of Chieri, carried out by the bishop of Turin Goffredo di Montanaro to “Segnorino Balbo”.
After various changes, towards the end of the 19th century, ownership of the castle passed to the noblewoman Malvina Garneri, who lived there until 1920.
The coat of arms of the Municipality bears the phrase “Amicitia et concordia sempiterne regnant”, or “Friendship and concord reign forever” resulting from the noble and wise presence of the Counts.
The Bell Tower, another symbol of the town, and a lion which recalls the land and the hard-working people of the town also stand out in the coat of arms.

Il Sig. Giuseppe Andorno, oltre ad essere l’interprete del Conte Balbo di Pavarolo, è un appassionato artigiano che è riuscito a riprodurre moltissimi stemmi storici di moto di tutte le marche. Vi presentiamo i video dove si possono ammirare le sue ingegnose creazioni, frutto della sua grande manualità.

PECETTO TORINESE

LA BELA CERESERA E MONSU GRAFIUN

Pecetto, paese di collina a pochi chilometri da Torino, era per la maggior parte contornato da vitigni.
All’inizio del 1900 una malattia li debellò, pertanto i Pecettesi decisero di cambiare piantando dei ciliegi.
Da allora il nostro paese è conosciuto per la sua produzione dei golosi frutti, famosi in tutta Italia.
Si decise di istituire dei personaggi per rappresentare il paese e le sue eccellenze.
Foto storiche ritraggono gruppi di Bele Ceresere, nel tempo, però, si passò ad una sola Béla Ceresera e per compagnia le si affiancò Monsu Grafiun.
I nostri personaggi storici che rappresentano i popolani che raccoglievano le ciliegie diffondono le loro tradizioni nelle sfilate folkloristiche e in molti carnevali italiani.
Dal 2018 la Bela Ceresera è interpretata da Anna Maria Penasso e Monsu Grafiun da Angelo Olivieri.

Pecetto, a hill town a few kilometers from Turin, was mostly surrounded by vines.
At the beginning of the 1900s, a disease eradicated them, so the Pecetsi decided to change by planting cherry trees.
Since then our town has been known for its production of delicious fruits, famous throughout Italy.
It was decided to establish characters to represent the country and its excellence.
Historical photos portray groups of Bele Ceresera, over time, however, it changed to just one Béla Ceresera and Monsu Grafiun joined her for company.
Our historical characters who represent the common people who picked cherries spread their traditions in folkloristic parades and in many Italian carnivals.
Since 2018, Bela Ceresera has been played by Anna Maria Penasso and Monsu Grafiun by Angelo Olivieri.

PIANEZZA

IL GIANDUJA E LA GIACOMETTA DI PIANEZZA

I personaggi carnevaleschi che rappresentano Pianezza, paese di 16.000 abitanti alle porte di Torino, sono Gianduja e Giacometta figure tipiche del Piemonte. Con il passare degli anni sono diventati sempre più rappresentativi, per ogni occasione riguardante il nostro paese, sono presenti sia nelle scuole locali che nelle case di cura, senza disdegnare i paesi limitrofi. Il Gianduja è caratterizzato dal suo fisico robusto che rispecchia la sua personalità amante della buona tavola e del buon vino. La Giacometta tipica fioraia piemontese è caratterizzata dalla sua gentilezza. I personaggi sono rispettivamente interpretati dal Sig. Marco Drocco e dall’avv. Monica Giletti.

The carnival characters representing Pianezza, a town of 16,000 inhabitants on the outskirts of Turin, are Gianduja and Giacometta, typical figures of Piedmont. Over the years they have become more and more representative, for every occasion concerning our country, they are present both in local schools and in nursing homes, without disdaining neighboring countries. Gianduja is characterized by his robust physique which reflects his personality, a lover of good food and good wine. The typical Piedmontese florist Giacometta is characterized by her kindness. The characters are respectively played by Mr. Marco Drocco and the lawyer. Monica Giletti.

PIASCO

I MAGNIN

I Magnin nascono verso la fine del ‘700, si racconta che re Carlin – presumibilmente Carlo Emanuele IV di Savoia – di passaggio per Piasco, rimase appiedato per la rottura di una ruota della carrozza. Sul posto si trovava una famiglia di stagnini (magnin), che si offrì di riparare il guasto. Il re li ringraziò e per ripagarli li nominò cavalieri per un giorno all’anno, il venerdì grasso di Carnevale. Fu così che a Piasco nacque la tradizione dei Magnin. La Magnina è una fanciulla che ha il compito di tenere a bada i Magnin. I Magnin fanno parte della scorta d’onore della castellana, maschera del Carnevale di Saluzzo, e costituiscono un gruppo di uomini e ragazzi del posto.

The Magnins were born towards the end of the 18th century. It is said that King Carlin – presumably Charles Emmanuel IV of Savoy – passing through Piasco, was left stranded when a wheel on his carriage broke. A family of tinsmiths (magnin) was on site and offered to repair the fault. The king thanked them and to repay them he appointed them knights for one day a year, Carnival Friday. This is how the Magnin tradition was born in Piasco. The Magnina is a girl who has the task of keeping the Magnin at bay. The Magnin are part of the honor escort of the castellana, mask of the Saluzzo Carnival, and make up a group of local men and boys.

PINEROLO

GIANDUJA DI PINEROLO


Il Gianduja di Pinerolo è sempre allegro e sorridente, la maschera e la persona che lo rappresenta sono molto simili: burlone, pronto alla battuta e disponibile verso gli altri, mette al centro dell’attenzione le persone e non il personaggio. Quando nelle case di riposo fa visita agli anziani, il protagonista non è lui ma l’anziano. Nelle scuole o in piazza Gianduja non fa giocare i bambini ma si mette a giocare con loro. Gianduja non ha solo una Giacometta, ma ne ha molte per rappresentare sia l’importanza della donna, ma soprattutto il ruolo che Giacometta ha con la figura di Gianduja, lui è un po’pasticcione e senza una Giacometta sarebbe perso, quindi meglio averne 7 o 8.

The Gianduja of Pinerolo is always cheerful and smiling, the mask and the person who represents him are very similar: a joker, ready to joke and available towards others, he puts the people and not the character at the center of attention. When he visits the elderly in retirement homes, the protagonist is not him but the elderly person. In schools or in Piazza Gianduja he doesn’t let children play but starts playing with them. Gianduja not only has one Giacometta, but he has many to represent both the importance of the woman, but above all the role that Giacometta has with the figure of Gianduja, he is a bit of a mess and without a Giacometta he would be lost, so it is better to have 7 or 8.

PIOBESI TORINESE

CASULOT E CASULOTA E DAME DELLA TORRE

L’origine di questo nomignolo nasce verso al fine del 1700, in seguito ad un diverbio tra il Comune di Piobesi Torinese e gli abitanti dei Comuni limitrofi. A quei tempi venivano pagate le decime sui prodotti della terra, e quando si dovettero pagare le decime sul vino fu scelta come unità di misura il “Casul”. Bisogna tener presente che gli abitanti dei Comuni vicini versavano le decime ai proprietari terrieri, mentre i Piobesini, loro stessi proprietari dei terreni, le pagavano con un mestolo più piccolo. La controversia, come da atti riportati nei registri comunali, fu vinta dai Piobesini, che vennero fa allora chiamati ironicamente “Casulot”.

The origin of this nickname was born towards the end of 1700, following a dispute between the Municipality of Piobesi Torinese and the inhabitants of the neighboring municipalities. In those days, tithes were paid on the products of the land, and when tithes had to be paid on wine, the “Casul” was chosen as the unit of measurement. It must be kept in mind that the inhabitants of the neighboring municipalities paid tithes to the landowners, while the Piobesini, themselves owners of the land, paid them with a smaller ladle. The controversy, as per documents reported in the municipal registers, was won by the Piobesini, who were then ironically called “Casulot”.

PISCINA

LA BELA TEGOLA E IL MONATÈ

Piscina è un paese situato nella città metropolitana di Torino.
In passato la località era conosciuta per la presenza di numerose fornaci che producevano tegole, mattoni e altri materiali da costruzione.
I personaggi del Munatè e della Bela Tegola riprendono proprio la storia e la cultura del luogo, impersonando colui che lavorava all’interno della fornace e che cuoceva i mattoni.
Il personaggio femminile è la Bela Tegola che affianca il Monatè.
La Bela Tegola è interpretata da Piera Garzena e il Munatè da Demetrio Romeo.

Piscina is a town located in the metropolitan city of Turin.
In the past the locality was known for the presence of numerous kilns that produced tiles, bricks and other building materials.
The characters of Munatè and Bela Tegola take up the history and culture of the place, impersonating the person who worked inside the kiln and fired the bricks.
The female character is Bela Tegola who joins Monatè.
Bela Tegola is played by Piera Garzena and Munatè by Demetrio Romeo.

POLIGNANO A MARE

PESCARELLO SCHERZARELLO

Pescarello Scherzarello è una giovane maschera Italiana che esprime l’allegria di un bambino amante del mare. Nasce da una storia fantasiosa pubblicata nel novembre 2006: “L’Antica storia della Befana Marinara”. Indossa una casacca di rete di colore giallo dove sono attaccate conchiglie, stelle di mare e cavallucci marini. Pantaloni blu alla pescatora con risvolti fino al ginocchio. Una maschera di rete gialla dove gli occhi sono a forma di stella di mare, il naso a forma di cavalluccio marino e la bocca formata da due conchiglie. Un berretto alla marinara di colore blu con su un’orata verde (schizzettona girandolona) che gira e spruzza acqua.

Pescarello Scherzarello is a young Italian mask that expresses the joy of a child who loves the sea. It was born from an imaginative story published in November 2006: “The Ancient History of the Befana Marinara”. He wears a yellow mesh jacket with shells, starfish and seahorses attached to it. Blue fisherman trousers with lapels up to the knee. A yellow mesh mask where the eyes are shaped like a starfish, the nose shaped like a seahorse and the mouth made of two shells. A blue sailor cap with a green sea bream on it spinning and splashing water.